Google+ Quarta Info B: gennaio 2013

martedì 22 gennaio 2013

RIVOLUZIONE INDUSTRIALE




Questo periodo è preso in considerazione dalla metà del 1700 fino a poco più della metà del 1800.
Con il termine "rivoluzione industriale" si intende un completo e profondo cambiamento del modo di produrre; cioè la nascita dell'industria moderna. La quale consiste nell'utilizzo delle macchine per produrre e l'introduzione di una nuova fonte di energia, il carbone, utilizzato nella macchina a vapore.
La tecnologia a vapore veniva usata per meccanizzare molti macchinari e senza avere dei vincoli su dove posizionarli, al contrario, ad esempio, del mulino.
Il tutto prende avvio nel settore tessile, in Inghilterra, per poi espandersi negli altri settori. Si sviluppò in Inghilterra, perchè qui troviamo le situazioni favorevoli alla rivoluzione industriale, che sono:
-capitali da investire
-materie prime e fonti di energia
-domanda crescente di manufatti industriale
-adeguate vie di comunicazione e sistemi di trasporto
-abbondante forza-lavoro a basso costo, derivate dalla gente povera che veniva dalle campagne
-innovazioni tecnologiche facilmente applicabili alla produzione

Nell'arco di pochi anni nel settore tessile la lana venne sostituita dal cotone, un materiale robusto e in grado di adattarsi alla meccanizzazione.
Quando ormai il processo era avviato, viene introdotta la ferrovia e il treno a vapore, il 13 settembre 1830, inaugurando la linea ferroviaria Liverpool-Machester, lunga circa 48 km.
Nel 1843 lavorano nel settore ferroviario circa 300-400 mila persone. A metà 800 i treni viaggiavano a circa 60-70 km/h di media. Tutte queste innovazioni portano alla costruzione delle fabbriche, dove si trovano i macchinari e gli operai che gli utilizzano per produrre. Le due classi sociali che si vengono a creare sono quella degli operai, che percepiscono un salario in cambio del lavoro, e gli imprenditori che traggono un profitto dalle loro fabbriche.

LA BOTTEGA DEL CAFFÈ - CARLO GOLDONI

"La bottega del caffè" introduce una tipica realtà settecentesca. In questa età si diffondono appunto 3 bevande:
-il tè, diffuso maggiormente in Inghilterra derivato dalle colonie indiane.
-la ciccolata, di origine americana.
-il caffè, di origine della penisola arabica, per poi svilupparsi in America.
La bottega del caffè non è altro che un luogo dove si andava a bere tale bevanda ed un punto d'incontro e di discussione. 
Il protagonista principale della storia in quest'opera è il borghese, Ridolfo, proprietario della bottega. Gli altri personaggi sono Trappola, il servo di Rodolfo e Pandolfo, proprietario di una casa da gioco, gli attuali casinò.


lunedì 21 gennaio 2013

CARLO GOLDONI




Carlo Goldoni nasce nel 1707 a Venezia e muore nel 1793. Avviato dal padre alla carriera di medico, per poi decidere di laurearsi in diritto per intraprendere la carriera di avvocato. Ad un certo punto Goldoni decise di dedicarsi alla scrittura di teatri, abbandonando la professione di avvocato.
Carlo Goldoni decide di rinnovare il teatro dell'epoca. Nel 1738 scrive una commedia, il "Momolo Cortesan", in cui è scritta la parte del protagonista, anzichè improvvisare. Nel 1742 si dedica a una commedia completamente scritta "La donna di garbo". Tra il 1750 e il 1760 scrive e fa rappresentare le sue più grandi opere, "La bottega del caffè", "La locandiera" ecc.

La riforma che Carlo Goldoni propone consiste in:
-Adozione del testo integralmente scritto, diventando fondamentali attori e autori.
-Abolizione delle maschere, passando dal "tipo fisso" al "personaggio", dovuto alle esigenze di realismo e moralità.
-Adattamento del linguaggio al personaggio e al popolo.

In questo periodo spesso il borghese è la figura protagonista, considerato un modello da seguire per il popolo.
Negli anni tra il 1760 e il 1762 ci furono 2 fondamentali novità:
-Uno sguardo più critico nei confronti del personaggio del borghese, che appare ora meno positivo, incapace di farsi promotore di un autentico rinnovamento civile e sociale.
-Nasce in Goldoni l'interesse verso mondo popolare, il quale gli appare più sincero e autentico.
Nel 1760 scrive "I Rusteghi" e nel 1762 "Le baruffe chiozzotte". Nel mente continuavano le difficoltà e le resistenze che si opponevano alla riforma goldoniana. A questo punto Carlo Goldoni decide di accettare un invito da Parigi, nel 1762, da parte della società "La comèdie italienne". In Francia vivrà gli ultimi anni della sua vita, scrivendo le sue memorie per poi morire a Parigi negli anni della rivoluzione francese.

IL TEATRO


In ambito teatrale si distinguono principalmente due generi, la Commedia e la Tragedia, fin dai tempi dei greci. Nel Rinascimento si stabiliscono le differenze tra i due generi. Nella Commedia i protagonisti sono personaggi comuni, che vivono vicende normali, di vita quotidiana, la storia ha un lieto fine e lo stile è, più o meno, quello della conversazione di tutti i giorni. La Tragedia, invece, ha come suoi protagonisti grandi personaggi, che vivono grandi imprese che si concludono male, spesso con la morte del protagonista, lo stile è nobile. 

Gli attori, nel teatro del Rinascimento, sono dilettanti che svolgevano il loro lavoro per divertimento. Le storie erano prese dall'età classica. Tra la seconda metà del '500 e del '600 viene posta fine alla Commedia Rinascimentale per far spazio alla Commedia dell'Arte. Il suo pubblico comprende anche una parte del popolo, dato che venivano rappresentati nelle piazze; gli attori diventano professionisti e nascono le compagnie di attori. Le altre novità sono ad esempio la mancanza di copioni e testi scritti affidandosi al canovaccio, cioè un piccolo riassunto. Gli attori si affidano, inoltre, a delle maschere che gli identificano sempre negli stessi personaggi.

GALILEO GALILEI



Galileo Galilei fu uno scienziato nato nel 1564 a Pisa da una famiglia di origine fiorentina. Nel 1574 la famiglia si trasferisce a Firenze e il padre lo iscrive alla facoltà di medicina, la quale scelta non è gradita da Galileo che decide, nel 1583, di studiare matematica assieme a Ostilio Ricci, il quale gli infonderà una grandissima passione per questa scienza.
La vita di Galileo fu un insieme di invenzioni e studi uno dopo l'altro. Il telescopio venne inventato nel 1608 da un olandese, e Galileo, appena saputo della notizia, iniziò a studiarlo e a modificarlo. Aggiunge e perfeziona le lenti potenziando la visione del telescopio, che inizialmente era utilizzato per le osservazioni terrestri e in guerra per vedere le navi che arrivavano da lontano. A Galileo venne l'idea di puntarlo verso il cielo, riuscendo così a vedere cose che rivoluzioneranno la scienza e la religione.Riuscì ad osservare che la luna era simile alla Terra con una superficie irregolare, dei monti e delle valli, a differenza delle teorie antiche, dove si diceva che tutti i corpi celesti erano composti da un 5° elemento, chiamato etere, ed erano contenuti in 9 sfere fisiche, presenti nel cosmo.  Contro questa vecchia teoria, Galileo Galilei, scoprì che intorno a Giove roteavano 4 satelliti ed altre scoperte sugli astri celesti.

Tutte queste osservazioni astronomiche furono scritte dentro il libro "Sidereus Nuncius" nel 1610.
Una volta conclusi gli anni di insegnamento a Padova, Galileo decide di tornare in Toscana, chiamato da Cosimo II De Medici, gran duca di Firenze, che propone a Galileo un lavoro da professore universitario, ma senza obbligo d'insegnamento, il quale accetta volentieri.
Nel 1615 Galileo è chiamato a difendere le proprie idee davanti al Tribunale dell'Inquisizione, denunciato da un padre domenicano. Nel 1616 il tribunale condanna i libri di Copernico, sottoponendoli a revisione e invita Galileo a ritirare le proprie tesi. Egli tenta in tutti i modi di opporsi, ma quando capì che non era difeso da nessuno e non aveva altra scelta, decise di "abiurare" e per questo gli venne risparmiata la vita e messo solamente in prigione.
Nell'anno 1623 Galileo pubblica "il Saggiatore", nel quale libro discute dello studio delle comete con Orazio Grassi.
Galileo muore nel gennaio del 1642, ad Arceti, senza aver potuto godere della libertà di espressione delle proprie idee e dei propri teoremi.

martedì 15 gennaio 2013

IL GIORNO (Giuseppe Parini)


 

Nel "Giorno" si tratta di una critica alla nobiltà a differenza dei testi precedenti, come anche l'utilizzo di versi endecasillabi scolti e non ottave, oppure il linguaggio volutamente ironico e con un registro linguistico elevato.

Questo poema può essere suddiviso in 3 parti:
-Il mattino
-Il pomeriggio
-La notte, che a sua volta si suddivide in: notte & vespro

 Le prime due parti vennero pubblicate rispettivamente nel 1763 e 1765, mentre la notte e il vespro non vennero pubblicate fino alla morte del poeta, rimanendo inedite.
Nel giorno viene sottolineato come il lavoro serva per esprimere se stesso all'uomo, quindi oltre che servire per sopravvivere, è indispensabile per considerare un uomo tale. Questi elementi vengono messi in contrasto con la vita del nobile, utilizzando un tono ironico per ridicolizzare il nobile. Come ad esempio eguagliando i nobili agli dei dell'antica Grecia come Plutone e Bacco.
                                      

GIUSEPPE PARINI


Giuseppe Parini fu un poeta dell'età illuminista, nella quale si nota come la poesia si evolva davvero poco. Nasce nel 1729 a Bosisio, piccolo paese della brianza, da una famiglia della piccola borghesia, la quale lo obbligò a intraprendere la carriera ecclesiastica. Subito dopo Parini decide di dedicare la sua vita alla letteratura e per potersi mantenere deicise di andare ad insegnare ai figli dei nobili, prima dalla famiglia Serbelloni e poi dagli Imbonati. Questo gli permette di poter conoscere più a fondo l'ambiente nobiliare. Dopodichè Giuseppe Parini divenne un insegnante di scuola pubblica e divenne direttore delle scuole di Brera.

Morì tardi, nel 1799, riuscendo a vedere l'arrivo dei francesi in Italia e la Prima Campagna d'Italia. La sua più grande opera fu il poema "Il Giorno". La sua poesia introduce molte novità dal punto di vista dei contenuti, ma rimane sostanzialmente tradizionale sull'uso del linguaggio e l'utilizzo di parole tronche.

ILLUMINISMO


 

L'illuminismo, oltre che sulla cultura esercita una certa importanza anche sulla letteratura, ritenuta utile per diffondere i "lumi",  cioè la ragione. I libri diventano anche una forma di trattazione utile per la vita sociale e civile, non tanto sul piano individuale, ma su quello della società.
Da questo momento si ha una tendenza all'allargamento del pubblico letterale, introducendo un particolare interesse da parte dei borghesi; grazie a questo si diffondono i giornali e le riviste. L'importanza della poesia viene sovrastata dalla prosa, la quale si divide in due tipi di testi, che sono i saggi e il romanzo.

Nel romanzo possiamo distinguere due sottogeneri:
-Borghese, che è rivolto ad un pubblico ampio, i suoi protagonisti sono persone comuni e le storie narrate sono simili a quelle della vita reale. Si sviluppa anche un analisi psicologica e sociale.
-Filosofico, nel quale attraverso un racconto si affronta il tema di un dibattito filosofico; come ad esempio nel Candido viene affrontato il tema del bene e del male nel mondo.

Nel periodo dell'Illuminismo torna il problema della lingua. In Italia si usano ancora i vecchi standard politici e sociali, rendendo più difficile la diffusione dell'Illuminismo. I due centri italiani illuministi più importanti furono Milano e Napoli. A Milano gli scrittori della rivista "il Caffè", provocatoriamente decisero di scrivere che i loro illuministi non utilizzeranno il vocabolario dell'Accademia della Crusca.