Google+ Quarta Info B: I SONETTI (Ugo Foscolo)

mercoledì 10 aprile 2013

I SONETTI (Ugo Foscolo)

Nei sonetti di Foscolo troviamo un maggior distacco più profondo dei propri sentimenti rispetto alle lettere di Jacopo Ortis, furono composti tra il 1798 e il 1803. Il linguaggio è sempre di tono elevato e letterario. I sonetti sono nati nel 1200 nella scuola siciliana; in quelli di Ugo Foscolo, troviamo molti enjambemant e 4 strofe formate da rime e versi endecasillabi.
I principali sono essenzialmente 4:
(Wikipediata)

-Alla Sera:
Nell'immobile silenzio della sera, quando ogni forma di vita si spegne, il silenzio suggerisce al poeta l'immagine della morte alla quale egli si rivolge con nostalgia, come se essa potesse portare solamente la pace. La morte non è più vista come una drammatica sfida al destino, come nell'Ortis, ma come un dolce perdersi nel nulla eterno che non è un disperato abbandono, ma è un comprendere in sé l'universo superando ogni angoscia e ritrovando la pace.

-A Zacinto:

A Zacinto ("Né più mai toccherò le sacre sponde") è uno dei sonetti più conosciuti di Ugo Foscolo. Zacinto, qui cantata dal poeta, non è solamente la sua patria reale ma soprattutto quella ideale. Come altri poeti romantici il Foscolo si protende alla Grecia classica nella quale vede, attraverso i suoi miti, l'incarnazione della bellezza e dell'armonia. Venere raffigura l'ideale della bellezza, Omero rappresenta la poesia che esalta i valori più alti dell'umanità e Ulisse non è altro che l'immagine di se stesso esule avversato dalla fortuna.Il sonetto si conclude con il presentimento di una sepoltura in terra straniera che il Foscolo accetta perché confortato dalla fede in una propria missione nel mondo come evocano gli ultimi versi pieni di dolore ma senza lacrime.
-Alla Musa
-In morte del fratello Giovanni

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