1846 - 1847: le riforme
Nel 1846 diventa Papa Giovanni Mastai Ferretti, con il nome di Pio IX.
Il nuovo pontefice, con la nomea di essere un liberale, inizierà il biennio di riforme che contraddistinguerà tutta l'Italia: l'amministrazione viene leggermente modificata, ma il sogno delle Costituzioni rimarrà tale.
Il nuovo pontefice, con la nomea di essere un liberale, inizierà il biennio di riforme che contraddistinguerà tutta l'Italia: l'amministrazione viene leggermente modificata, ma il sogno delle Costituzioni rimarrà tale.
Il caso palermitano
12 gennaio 1848: Palermo insorge e chiede, oltre all'indipendenza siciliana da Napoli, una Costituzione.
Federico II, il re italiano più anti-riformista dell'epoca, la concede.
Questa svolta obbliga anche altri re a dare ai cittadini uno statuto:
Viene il momento di ribellarsi anche nel regno Lombardo - Veneto sottomesso all'Austria.
Federico II, il re italiano più anti-riformista dell'epoca, la concede.
Questa svolta obbliga anche altri re a dare ai cittadini uno statuto:
- Leopoldo II in Toscana;
- Pio IX a Roma;
- Carlo Alberto concede, nel regno di Sardegna, lo Statuto Albertino che rimarrà in vigore fino al 1948;
Le rivoluzioni in Lombardia e Veneto
Viene il momento di ribellarsi anche nel regno Lombardo - Veneto sottomesso all'Austria.
17 marzo: insorge Venezia: gli austriaci vengono cacciati e viene proclamata la Repubblica di San Marco.
18 marzo: il popolo (studenti, professionisti e operai) di Milano si ribella. Iniziano così le "cinque giornate di Milano" che vedono la vittoria dei civili contro le armate imperiali.
18 marzo: il popolo (studenti, professionisti e operai) di Milano si ribella. Iniziano così le "cinque giornate di Milano" che vedono la vittoria dei civili contro le armate imperiali.
Il clima politico che si crea nella città meneghina vede combattere due forze:
- Moderati - Gabrio Casati, capo provvisorio della città, è favorevole a un intervento piemontese;
- Democratici - Carlo Cattaneo ("Semper lù") rivendica l'autonomia cittadina.
La questione viene risolta direttamente da Carlo Alberto che, dopo un attimo di titubanza, interviene e dichiara "Guerra bastardi!" all'Austria il 23 marzo.
La prima guerra d'indipendenza
Carlo Alberto, spinto da mire espansionistiche e dalla difficoltà austriache - l'Impero è un focolaio di tumulti sociali in questo momento - dichiara guerra il 23 marzo 1848.
Volontari e truppe inviate da ogni regno d'Italia accorrono per dar manforte all'esercito piemontese, questo fatto è indicato come "Prima guerra d'indipendenza".
Le continue sconfitte convincono Pio IX a ritirare i suoi uomini dal conflitto, seguito a ruota dagli altri re italiani.
Volontari e truppe inviate da ogni regno d'Italia accorrono per dar manforte all'esercito piemontese, questo fatto è indicato come "Prima guerra d'indipendenza".
Le continue sconfitte convincono Pio IX a ritirare i suoi uomini dal conflitto, seguito a ruota dagli altri re italiani.
A Custoza, vicino a Verona, si svolge la battaglia decisiva tra il 23 e il 27 luglio: vince l'Austria e il Piemonte chiede l'armistizio.
La fase democratica
A Roma e Firenze sommosse popolari portano alla creazione di una Repubblica democratica con a capo un triumvirato, verso la fine del 1848.
Repubblica Romana - il triumvirato di Mazzini, Saffi e Armellini ha idee molto moderne:
Repubblica Romana - il triumvirato di Mazzini, Saffi e Armellini ha idee molto moderne:
- nazionalizzazione dei beni della Chiesa, rimane però solo un'idea;
- Costituzione completamente differente dagli altri Statuti.
La sconfitta delle rivoluzioni
Carlo Alberto tenta di lanciare nuovamente guerra all'Austria, ma viene subito sconfitto a Novara (27 marzo 1849). Abdica a favore di Vittorio Emanuele II.
A Roma, Pio IX torna in possesso della città con l'aiuto dei francesi nel luglio 1849.
Venezia venne sconfitta per ultima ad agosto, stremata dalla fame e da un'epidemia di colera, e torna sotto il dominio austriaco.
Venezia venne sconfitta per ultima ad agosto, stremata dalla fame e da un'epidemia di colera, e torna sotto il dominio austriaco.
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