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mercoledì 27 febbraio 2013

1848: le Rivoluzioni europee

"Oibò! É successo un quarantotto!"
Nel 1848 avvengo, in Europa, avvenimenti sociale che faranno da base a fatti successivi e che sanciscono la fine dell'età della Restaurazione (1815 - 1848).
Tutte le zone europee si ritroveranno a fare i conti con questi moti popolari, esclusa l'Inghilterra e l'Est Europa: troppo progredita la prima e troppo arretrato il secondo.

Le motivazioni alla base di questi tumulti sono, principalmente, TRE:
  • la forte crisi economica: due anni di carestie hanno messo in ginocchio gli strati più poveri della società che diminuisce la propria domanda di prodotti industriali - emblematico il caso dell'Irlanda dove una malattia delle patate costringe alla morte un milione di persone e all'emigrazione altrettante persone;
  • le lotte di classe tra aristocrazia, borghesia e proletariato; 
  • il desiderio d'indipendenza delle zone occupate, sopratutto quelle sotto il dominio austriaco - discorso diverso per la Germania, dove verrà cercata l'unità nazionale.
Tutte le capitali dei futuri stati indipendenti (Budapest, Praga, Zagabria, Milano e Venezia) si ritrovano centro di rivoluzioni durante il mese di marzo
In un primo momento, le rivoluzioni sembrano in grado di andare a bersaglio, ma le forti frammentazioni al loro interno le faranno finire entro l'estate del 1849; l'Impero farà leva sull'esercito che rimarrà sempre fedele al Re.
Nel mentre sale al trono il giovane Francesco Giuseppe destinato, nel suo regno secolare, a far nascere l'Impero Austro-Ungarico.

La situazione francese

In Francia, troviamo - principalmente - due blocchi in contrapposizione:
  1. Liberali - Democratici - Socialisti con appoggio della media-piccola borghesia e della classe operaia
  2. Monarchia (nella figura di Luigi Filippo d'Orleans) appoggiata dalla Chiesa, della nobiltà e della grande borghesia.
Le sempre più forti tensioni sociali hanno luogo di esplodere a febbraio, quando il Governo tenta di impedire una manifestazione per l'allargamento del diritto di voto. I manifestanti reagiscono facendo cadere la monarchia e riescono ad instaurare una Repubblica, con un Governo di coalizione.
L'esecutivo dà subito luogo ad alcuni provvedimenti:
  • suffragio universale maschile;
  • abolizione pena di morte;
  • istruzione elementare gratuita;
  • abbassamento delle ore lavorative che diventano, così, 10;
  • abolizione del lavoro a cottimo: la paga non sarà più proporzionata alla quantità di pezzi prodotti;
  • istituzione degli Ateliers Nationaux: aziende pubbliche capaci di assorbire i disoccupati.
Questo Governo resiste fino al 23 aprile quando si terranno le elezioni con la vittoria dei moderati, i quali cacceranno i due rappresentati socialisti.  
Il Governo moderato riallungherà la giornata lavorativa e abolirà gli Ateliers.

I socialisti tenteranno di conquistare una poltrona in Parlamento durante il mese di giugno, ma verranno prontamente soppressi dall'esercito.

A dicembre si tengono le elezioni presidenziali, dove stravincerà un esponente dei moderati: Luigi Napoleone Bonaparte (nipote di Napoleone).
Luigi Napoleone riformerà l'Impero nel 1851 grazie al consenso borghese - i borghesi rinunciano al potere politico in cambio della calma popolare imposta da Luigi Napoleone III.




 

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