Carlo Goldoni nasce nel 1707 a Venezia e muore nel 1793. Avviato dal padre alla carriera di medico, per poi decidere di laurearsi in diritto per intraprendere la carriera di avvocato. Ad un certo punto Goldoni decise di dedicarsi alla scrittura di teatri, abbandonando la professione di avvocato.
Carlo Goldoni decide di rinnovare il teatro dell'epoca. Nel 1738 scrive una commedia, il "Momolo Cortesan", in cui è scritta la parte del protagonista, anzichè improvvisare. Nel 1742 si dedica a una commedia completamente scritta "La donna di garbo". Tra il 1750 e il 1760 scrive e fa rappresentare le sue più grandi opere, "La bottega del caffè", "La locandiera" ecc.
La riforma che Carlo Goldoni propone consiste in:
-Adozione del testo integralmente scritto, diventando fondamentali attori e autori.
-Abolizione delle maschere, passando dal "tipo fisso" al "personaggio", dovuto alle esigenze di realismo e moralità.
-Adattamento del linguaggio al personaggio e al popolo.
In questo periodo spesso il borghese è la figura protagonista, considerato un modello da seguire per il popolo.
Negli anni tra il 1760 e il 1762 ci furono 2 fondamentali novità:
-Uno sguardo più critico nei confronti del personaggio del borghese, che appare ora meno positivo, incapace di farsi promotore di un autentico rinnovamento civile e sociale.
-Nasce in Goldoni l'interesse verso mondo popolare, il quale gli appare più sincero e autentico.
Nel 1760 scrive "I Rusteghi" e nel 1762 "Le baruffe chiozzotte". Nel mente continuavano le difficoltà e le resistenze che si opponevano alla riforma goldoniana. A questo punto Carlo Goldoni decide di accettare un invito da Parigi, nel 1762, da parte della società "La comèdie italienne". In Francia vivrà gli ultimi anni della sua vita, scrivendo le sue memorie per poi morire a Parigi negli anni della rivoluzione francese.
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