L'illuminismo, oltre che sulla cultura esercita una certa importanza anche sulla letteratura, ritenuta utile per diffondere i "lumi", cioè la ragione. I libri diventano anche una forma di trattazione utile per la vita sociale e civile, non tanto sul piano individuale, ma su quello della società.
Da questo momento si ha una tendenza all'allargamento del pubblico letterale, introducendo un particolare interesse da parte dei borghesi; grazie a questo si diffondono i giornali e le riviste. L'importanza della poesia viene sovrastata dalla prosa, la quale si divide in due tipi di testi, che sono i saggi e il romanzo.
Nel romanzo possiamo distinguere due sottogeneri:
-Borghese, che è rivolto ad un pubblico ampio, i suoi protagonisti sono persone comuni e le storie narrate sono simili a quelle della vita reale. Si sviluppa anche un analisi psicologica e sociale.
-Filosofico, nel quale attraverso un racconto si affronta il tema di un dibattito filosofico; come ad esempio nel Candido viene affrontato il tema del bene e del male nel mondo.
Nel periodo dell'Illuminismo torna il problema della lingua. In Italia si usano ancora i vecchi standard politici e sociali, rendendo più difficile la diffusione dell'Illuminismo. I due centri italiani illuministi più importanti furono Milano e Napoli. A Milano gli scrittori della rivista "il Caffè", provocatoriamente decisero di scrivere che i loro illuministi non utilizzeranno il vocabolario dell'Accademia della Crusca.
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