In ambito teatrale si distinguono principalmente due generi, la Commedia e la Tragedia, fin dai tempi dei greci. Nel Rinascimento si stabiliscono le differenze tra i due generi. Nella Commedia i protagonisti sono personaggi comuni, che vivono vicende normali, di vita quotidiana, la storia ha un lieto fine e lo stile è, più o meno, quello della conversazione di tutti i giorni. La Tragedia, invece, ha come suoi protagonisti grandi personaggi, che vivono grandi imprese che si concludono male, spesso con la morte del protagonista, lo stile è nobile.
Gli attori, nel teatro del Rinascimento, sono dilettanti che svolgevano il loro lavoro per divertimento. Le storie erano prese dall'età classica. Tra la seconda metà del '500 e del '600 viene posta fine alla Commedia Rinascimentale per far spazio alla Commedia dell'Arte. Il suo pubblico comprende anche una parte del popolo, dato che venivano rappresentati nelle piazze; gli attori diventano professionisti e nascono le compagnie di attori. Le altre novità sono ad esempio la mancanza di copioni e testi scritti affidandosi al canovaccio, cioè un piccolo riassunto. Gli attori si affidano, inoltre, a delle maschere che gli identificano sempre negli stessi personaggi.
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